L’architettura giapponese, come ha rilevato
acutamente Mallet-Stevens all’inizio del secolo
scorso, “è il compendio dell’Architettura, perché
è sincera; ogni elemento della costruzione ha
il suo scopo, ogni dettaglio la sua utilità
e l’insieme sembra far par te dell’ambiente
che lo circonda. Essa si sposa con la natura”.
Se questa visione, scevra da ogni retorica
ambientalista, attualmente di gran moda
ma sconosciuta ai tempi, descrive l’identità
e il carattere più autentico del modo di costruire
in Giappone, Kengo Kuma ne è cer tamente
uno dei suoi interpreti più attenti e convinti
e la sua architettura, come conferma il recente
albergo costruito nella cittadina di Yusuhara,
rappresenta un saggio in grado di descrivere,
senza esitazioni, il significato più autentico
del termine “appar tenenza”.
Il progetto configura un impianto planimetrico
alquanto semplice che va a ritrascrivere la
forma dell’area pressoché rettangolare e
contiene al suo interno un mix inedito di
funzioni; un mercato specializzato nella vendita
di prodotti locali e un piccolo hotel di 15
camere.
Alla semplicità concettuale e distributiva
dell’assieme si contrappone, secondo
i canoni della cultura giapponese, la cura