Nuova Soluzione laser(no bisturi), per la rimozione di granulomi da fillers. Fino ad oggi il problema veniva approcciato dal punto di vista chirurgico cercando, appunto chirurgicamente, di andare a rimuovere il filler permanente, iniettato con il relativo o i relativi granuloma da filler. Il tutto logicamente con i rischi del caso, un periodo post operatorio molto invalidante ( basti pensare alla traumacità di un intervento chirurgico per andare ad asportare tali granulomi da un'area delicatissima come le labbra ) e spesso con un successo solo parziale date le difficoltà del caso. Oppure l'approccio poteva essere di tipo medico, quindi di gran lungo meno traumatico rispetto a quello chirurgico, andando ad iniettare del cortisone intralesionalmente, cioè direttamente nel granuloma. Anche in questo caso spesso con risultati solo parziali.
Oggi Grazie alla tecnologia laser per la rimozione granulomi da fillers, è possibile andare a trattare con successo queste problematiche.
Si usa un nuovissimo laser intralesionale (EUFOTON LaseMar 1500), che agisce dall’interno direttamente nei tessuti interessati. Il laser è dotato di una sottilissima fibra ottica dallo spessore ridottissimo di soli 100-200 micron ( 1-2 decimi di millimetro ). Tale fibra ottica viene inserita direttamente nel granuloma da filler interessato. Successivamente viene erogata l’energia laser agendo direttamente sul granuloma senza causare traumi ai tessuti circostanti e senza dar luogo ad esiti cicatriziali. L’aumento della temperatura, provocato dal laser necrotizza il tessuto infiammatorio cronico sempre presente attorno al granuloma producendo un essudato sterile che anch'esso fuoriuscirà dai forellini.
Si tratta di un laser a diodi 1470 nm (nanometri) che stimola grasso, acqua ed emoglobina, per evacuare il filler e interrompere il processo infiammatorio in modo definitivo, senza lasciare alcuna traccia. La luce laser veicolata nel granuloma attraverso la sopracitata fibra ottica, surriscalda l'area da trattare, il filler permanente viene liquefatto per poi fuoriesce dai forellini praticati per inserire la fibra ottica stessa. Gli invisibili forellini si richiudono da soli senza accorgimenti particolari tranne un accurata detersione e disinfezione. Dopo il trattamento compare un gonfiore più o meno evidente a seconda del caso trattato, provocato logicamente dal riscaldamento dei tessuti, che scompare rapidamente nel giro di 7-14 giorni. La durata del trattamento è variabile e dipende dall'estensione dell'area e dalle dimensioni del granuloma da trattare. L'ipotesi attualmente più accreditata è che il laser in oggetto agisca su quello che viene definito “biofilm”. In pratica secondo diversi studiosi, nel momento in cui l'organismo da atto alla reazione da corpo estraneo, data la presenza del filler incriminato e di conseguenza alla formazione di un granuloma, si assiste alla colonizzazione, da parte di alcuni tipi di batteri, della superficie di contatto tra il filler permanente iniettato ed il tessuto circostante causando una vera e propria infiammazione cronica protettiva (le molecole infiammatorie infatti distruggono i batteri ). Purtroppo si assiste ad un totale insuccesso da parte di questa reazione perché i batteri producono una membrana protettiva all'interno della quale si avvolgono per non essere attaccati e uccisi. Il risultato è appunto un'infiammazione cronico/evolutiva che non si arresterà mai. Questo spiegherebbe il perché delle recidive dopo i trattamenti medici sopracitati con il cortisone. Infatti una volta passato l'effetto antinfiamatorio del cortisone si assiste molto spesso ad una recidiva con il ripresentarsi del problema. Nel caso dell'approccio chirurgico la spiegazione degli scarsi successi sarebbe diversa: con il bisturi il chirurgo diffonderebbe i batteri del biofilm dell'area operata. Ciò provocherebbe successivamente una riattivazione dell'infiammazione senza contare che spesso l'asportazione totale del granuloma, data la sua particolare infiltrazione nei tessuti, è possibile solo parzialmente. L'aumento della temperatura del laser, invece, elimina completamente i batteri curando in maniera definitiva l'infiammazione e sciogliendo sia il granulama che il filler precedentemente iniettato. Il numero delle sedute laser da effettuare dipende dal tipo di filler permanente iniettato, se a base di silicone, di poliacrilammide, di polimetilmetacrilato oppure altro. Dipende da quanto ne è stato iniettato. Dipende da quanto è estesa l'area interessata dall'impianto di filler permanente dallo spessore del granuloma che si è formato e se quest'ultimoè anche interessato da un processo infiammatorio acuto in atto oltre che cronico. E' possibile però affermare che con una o più sedute, a seconda del caso in oggetto, il problema è risolvibile.
Concludendo: dato che diversi sono i filler permanenti che nel corso di alcuni decenni sono stati commercializzati e dato che le reazioni a loro avverse si sono scatenate nella maggior parte dei casi a distanza di anni ( a volte anche più di 10 anni ), la cosa più sensata è quella di farsi controllare attraverso un esame ecografico con una sonda ad alta risoluzione per valutare la presenza o meno di granulomi da filler permanenti e apporre la giusta prevenzione senza attendere l’eventuale scatenarsi del problema.
เลเซอร์ใหม่แก้ปัญหา (ไม่มีด), สำหรับการลบ granulomas จาก fillers จนถึงขณะนี้ ปัญหาถูกทาบทาม โดยผ่าตัดมอง พยายามที่จะไปผ่าเอาฟิลเลอร์ถาวร ฉีด มีของ หรือของ granuloma จากฟิลเลอร์ ทางตรรกะทั้งหมด ด้วยความเสี่ยงกรณี debilitating มากหลังการผ่าตัดระยะเวลา (คิดเพียง traumacità ของการผ่าตัดดังกล่าวเป็นพื้นที่ละเอียดอ่อน granulomas เป็นริมฝีปากของเธอเอาไป) และมักจะดีเฉพาะบางส่วนให้ปัญหากรณี หรือวิธีแพทย์ จนตามน้อยอาจเจ็บปวดกว่าการผ่าตัด ไปฉีด cortisone โดยตรง เช่น intralesionalmente ใน granuloma นอกจากนี้ในกรณีนี้มักจะมีผลบางส่วนเท่านั้นวันนี้ ด้วยเทคโนโลยีเลเซอร์สำหรับกำจัดโดย granulomas fillers คุณสามารถไปเรียบร้อยแล้วถือว่าปัญหาเหล่านี้ใช้เลเซอร์สิวเอี่ยม (EUFOTON 1500 LaseMar), ทำหน้าที่จากภายในโดยตรงได้รับผลกระทบเนื้อเยื่อ เลเซอร์ที่มาพร้อมกับใยบางแก้วลดลงหนาเพียง 100-200 microns (1-2 เป็นส่วนสิบส่วนของเป็นมิลลิเมตร) ใยแก้วนำแสงนี้จะถูกแทรกลงฟิลเลอร์จาก granuloma จากนั้น พลังงานเลเซอร์ถูกส่ง โดยทำหน้าที่โดยตรงใน granuloma ให้ไปเนื้อเยื่อที่บาดเจ็บ และไม่ มีผลในรอยแผลเป็น เกิดการเพิ่มขึ้นของอุณหภูมิ โดย necrotizza เลเซอร์เยื่ออักเสบเรื้อรังอยู่เสมอสถานผลิต granuloma กอซ exudate ที่มันมากเกินไปจะรั่วไหลจากหลุม Si tratta di un laser a diodi 1470 nm (nanometri) che stimola grasso, acqua ed emoglobina, per evacuare il filler e interrompere il processo infiammatorio in modo definitivo, senza lasciare alcuna traccia. La luce laser veicolata nel granuloma attraverso la sopracitata fibra ottica, surriscalda l'area da trattare, il filler permanente viene liquefatto per poi fuoriesce dai forellini praticati per inserire la fibra ottica stessa. Gli invisibili forellini si richiudono da soli senza accorgimenti particolari tranne un accurata detersione e disinfezione. Dopo il trattamento compare un gonfiore più o meno evidente a seconda del caso trattato, provocato logicamente dal riscaldamento dei tessuti, che scompare rapidamente nel giro di 7-14 giorni. La durata del trattamento è variabile e dipende dall'estensione dell'area e dalle dimensioni del granuloma da trattare. L'ipotesi attualmente più accreditata è che il laser in oggetto agisca su quello che viene definito “biofilm”. In pratica secondo diversi studiosi, nel momento in cui l'organismo da atto alla reazione da corpo estraneo, data la presenza del filler incriminato e di conseguenza alla formazione di un granuloma, si assiste alla colonizzazione, da parte di alcuni tipi di batteri, della superficie di contatto tra il filler permanente iniettato ed il tessuto circostante causando una vera e propria infiammazione cronica protettiva (le molecole infiammatorie infatti distruggono i batteri ). Purtroppo si assiste ad un totale insuccesso da parte di questa reazione perché i batteri producono una membrana protettiva all'interno della quale si avvolgono per non essere attaccati e uccisi. Il risultato è appunto un'infiammazione cronico/evolutiva che non si arresterà mai. Questo spiegherebbe il perché delle recidive dopo i trattamenti medici sopracitati con il cortisone. Infatti una volta passato l'effetto antinfiamatorio del cortisone si assiste molto spesso ad una recidiva con il ripresentarsi del problema. Nel caso dell'approccio chirurgico la spiegazione degli scarsi successi sarebbe diversa: con il bisturi il chirurgo diffonderebbe i batteri del biofilm dell'area operata. Ciò provocherebbe successivamente una riattivazione dell'infiammazione senza contare che spesso l'asportazione totale del granuloma, data la sua particolare infiltrazione nei tessuti, è possibile solo parzialmente. L'aumento della temperatura del laser, invece, elimina completamente i batteri curando in maniera definitiva l'infiammazione e sciogliendo sia il granulama che il filler precedentemente iniettato. Il numero delle sedute laser da effettuare dipende dal tipo di filler permanente iniettato, se a base di silicone, di poliacrilammide, di polimetilmetacrilato oppure altro. Dipende da quanto ne è stato iniettato. Dipende da quanto è estesa l'area interessata dall'impianto di filler permanente dallo spessore del granuloma che si è formato e se quest'ultimoè anche interessato da un processo infiammatorio acuto in atto oltre che cronico. E' possibile però affermare che con una o più sedute, a seconda del caso in oggetto, il problema è risolvibile.Concludendo: dato che diversi sono i filler permanenti che nel corso di alcuni decenni sono stati commercializzati e dato che le reazioni a loro avverse si sono scatenate nella maggior parte dei casi a distanza di anni ( a volte anche più di 10 anni ), la cosa più sensata è quella di farsi controllare attraverso un esame ecografico con una sonda ad alta risoluzione per valutare la presenza o meno di granulomi da filler permanenti e apporre la giusta prevenzione senza attendere l’eventuale scatenarsi del problema.
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